Le malattie cardiovascolari (MCV) sono un gruppo di disturbi che colpiscono il cuore e i vasi sanguigni, rappresentando una delle principali cause di morte a livello mondiale. Queste malattie includono condizioni come l'infarto del  miocardio, l'ictus, l'ipertensione arteriosa, l'insufficienza cardiaca e l'aterosclerosi, quest'ultima caratterizzata dall'indurimento e dal restringimento delle arterie a causa di accumuli di grassi e altre sostanze.
Fattori genetici ed ambientali contribuiscono a danneggiare i vasi sanguigni e il cuore, riducendo la capacità dell'organismo di funzionare in modo efficiente.

In particolare, l'aterosclerosi e l'ipertensione sono alla base di molte complicazioni cardiovascolari, poiché aumentano il rischio di blocchi nelle arterie, che possono portare a eventi gravi come infarti o ictus. 

 

Epidemiologia

Le malattie cardiovascolari (MCV) sono una delle principali cause di morte nel mondo, responsabili di circa il 32% di tutte le morti globali. Infarto e ictus sono le principali manifestazioni.

Prevalenza e Incidenza: La prevalenza delle MCV aumenta con l’età. Nei paesi ad alto reddito, la mortalità è in calo grazie ai miglioramenti nelle cure mediche, ma le MCV continuano a essere un problema significativo. Nei paesi a basso e medio reddito, l'incidenza è in aumento a causa della globalizzazione di stili di vita non salutari.

Fattori di rischio: I principali fattori di rischio modificabili includono ipertensione, colesterolo alto, fumo, obesità, sedentarietà e dieta scorretta. La gestione di questi fattori è cruciale per la prevenzione.

 

Disuguaglianze socioeconomiche: Le persone con basso reddito o in ambienti urbani hanno maggiori probabilità di sviluppare malattie cardiovascolari a causa di un'alimentazione poco salutare e una minore accessibilità ai servizi sanitari.

Differenze di genere: Gli uomini tendono a sviluppare MCV a un’età più giovane, mentre le donne sono più vulnerabili dopo la menopausa.

Tendenze temporali: In molti paesi sviluppati, la mortalità per MCV è in calo grazie ai trattamenti avanzati, ma nei paesi in via di sviluppo la situazione sta peggiorando.

Impatto economico: Le MCV hanno un enorme impatto economico, sia per i costi sanitari diretti che per la perdita di produttività.

 

In sintesi, la prevenzione delle malattie cardiovascolari si concentra sul controllo dei fattori di rischio modificabili e sull'accesso a cure mediche tempestive e di qualità.

 

Eziologia

Le malattie cardiovascolari sono causate da vari fattori, tra cui:

Aterosclerosi: Accumulo di grassi e colesterolo nelle arterie, che riduce il flusso sanguigno e aumenta il rischio di infarto e ictus.

Ipertensione: La pressione alta danneggia i vasi sanguigni e aumenta il rischio di malattie cardiache.

Fattori genetici: Una predisposizione familiare aumenta il rischio di MCV.

Stile di vita: Fumo, sedentarietà, dieta malsana e consumo eccessivo di alcol sono fattori di rischio.

Diabete: La resistenza all’insulina danneggia i vasi sanguigni e aumenta il rischio di malattie cardiache.

Fattori ormonali e età: L’età avanzata e la menopausa nelle donne aumentano il rischio di MCV.

Infiammazione e stress: Lo stress cronico e l’infiammazione possono contribuire allo sviluppo di aterosclerosi e malattie cardiache.

Segni e sintomi 

Dolore toracico (Angina): Sensazione di pressione, oppressione o dolore al petto, spesso associata a sforzo fisico o stress.

Affaticamento: Sensazione di stanchezza estrema, anche dopo sforzi leggeri.

Respiro corto (Dispnea): Difficoltà a respirare, soprattutto durante l’attività fisica o a riposo.

Palpitazioni: Battito cardiaco irregolare o accelerato.

Gonfiore: Soprattutto a livello di piedi, caviglie e gambe, causato da insufficienza cardiaca.

Vertigini o svenimenti: Possono indicare problemi di circolazione o aritmie.

Sudorazione eccessiva: Soprattutto durante il dolore toracico o eventi acuti.

Diagnosi 

La diagnosi delle malattie cardiovascolari si basa su:

Anamnesi e sintomi: Storia medica del paziente (familiarità, fattori di rischio) e sintomi come dolore toracico, respiro corto o affaticamento.

Esame fisico: Misurazione della pressione arteriosa, auscultazione del cuore e dei polmoni, ricerca di gonfiore alle estremità.

Test diagnostici:

ECG: Per aritmie e ischemia.

Ecocardiogramma: Per valutare la funzione cardiaca.

Test da sforzo: Per rilevare ischemia durante l'esercizio.

Angiografia coronarica: Per visualizzare ostruzioni nelle arterie coronarie.

Esami del sangue: Per colesterolo, glicemia e troponina.

Esami avanzati: RMN cardiaca, scintigrafia miocardica, TAC, se necessario.

 

MCV e Parodontite

Negli ultimi decenni, è emerso un forte interesse scientifico per il legame tra la salute orale e le malattie sistemiche, in particolare le malattie cardiovascolari. L’articolo “ Oral Health and Cardiovascular Disease” fornisce una panoramica esaustiva su come le condizioni della bocca, soprattutto la malattia parodontale, possano influenzare o peggiorare patologie cardiovascolari preesistenti tra cui ipertensione, fibrillazione atriale, coronaropatia, diabete mellito e iperlipidemia. 

Lo studio discute prove a sostegno della terapia parodontale come mezzo per migliorare la gestione di queste comorbilità, con l'obiettivo più ampio di esaminare il valore della terapia parodontale nella riduzione del rischio di malattie cardiovascolari.

 

 

La parodontite è una malattia infiammatoria causata da batteri che distrugge il tessuto connettivo e l'osso di sostegno dei denti. La parodontite è stata associata a mediatori infiammatori sistemici quali PCR e IL-6, entrambi noti per incidere sulla funzione endoteliale. È stato inoltre ipotizzato che le cellule immunitarie siano innescate nel parodonto cronicamente infiammato, rendendole predisposte al reclutamento chemiotattico nei tessuti perivascolari, un passaggio che porta allo sviluppo di ipertensione vera e propria e aterosclerosi.

 

 La parodontite può portare al deterioramento della salute cardiovascolare a causa di una malattia infiammatoria sistemica cronica a questo proposito la terapia parodontale può contribuire a migliorare i risultati nella salute cardiovascolare grazie alla riduzione dell'infiammazione sistemica.

 

1. Fisiopatologia 

Diversi meccanismi sono stati proposti per spiegare l'associazione tra malattie parodontali e cardiovascolari. L'attivazione piastrinica da parte dei batteri orali, in particolare Streptococco mutans e Streptococco sanguinis, può portare alla formazione di trombi localizzati e alla secrezione di citochine pro-infiammatorie dalle piastrine stesse, che contribuiscono all'infiammazione, all'aterogenesi e alla trombogenesi. Esistono solide prove che un aumento del rischio di malattie cardiovascolari sia associato a livelli elevati di citochine pro-infiammatorie, come interleuchina (IL)-1, IL-6 e fattore di necrosi tumorale (TNF).UN, e proteine acute come la proteina C-reattiva (PCR).

 

2. Meccanismi biologici condivisi 

L’articolo esplora tre principali meccanismi biologici che collegano la malattia parodontale e le malattie cardiovascolari:

a) Infiammazione sistemica

La parodontite induce una risposta infiammatoria locale e sistemica. I batteri parodontali (come Porphyromonas gingivalis) e i loro prodotti tossici entrano nel flusso sanguigno e possono contribuire alla disfunzione endoteliale e all’aterosclerosi.

b) Batteriemia transitoria

Durante le normali attività quotidiane (masticazione, igiene orale) o in presenza di gengive infiammate, i batteri orali possono entrare nel sangue. Questo stato può contribuire alla formazione o destabilizzazione delle placche aterosclerotiche.

c) Mediatori infiammatori comuni

Citochine come l’IL-6, la proteina C-reattiva (PCR) e il TNF-α sono aumentate in entrambe le condizioni. Questo suggerisce un asse infiammatorio comune che potrebbe spiegare l’associazione epidemiologica tra malattia parodontale e CVD.

3. Evidenze epidemiologiche 

L’articolo presenta una rassegna di studi clinici e osservazionali:

Diversi studi longitudinali mostrano che la presenza di parodontite è associata a un aumento del rischio di infarto miocardico e ictus.

I pazienti con una maggiore perdita dentale o con infezioni gengivali hanno tassi più alti di ospedalizzazione per eventi cardiovascolari.

Le revisioni sistematiche e meta-analisi supportano l’idea che trattare la parodontite possa ridurre i marker infiammatori sistemici, anche se l’effetto clinico diretto sui tassi di eventi cardiovascolari è ancora oggetto di studio.

 

4. Comorbidità

L’articolo esamina le interazioni tra salute orale e diverse condizioni cardiovascolari:

Ipertensione: 

I pazienti con parodontite hanno una maggiore incidenza di pressione arteriosa elevata, e la terapia parodontale può contribuire a una riduzione della pressione sistolica. La parodontite è stata associata a mediatori infiammatori sistemici quali PCR e IL-6, entrambi noti per incidere sulla funzione endoteliale. È stato inoltre ipotizzato che le cellule immunitarie siano innescate nel parodonto cronicamente infiammato, rendendole predisposte al reclutamento chemiotattico nei tessuti perivascolari, un passaggio che porta allo sviluppo di ipertensione vera e propria e aterosclerosi.

Fibrillazione atriale e scompenso cardiaco:

Sono riportate correlazioni tra infiammazione orale e peggioramento della funzione cardiaca.

Alcuni studi hanno rivelato che i pazienti con parodontite avevano un rischio del 31% maggiore di sviluppare fibrillazione atriale rispetto ai pazienti senza malattia parodontale. Ulteriori ricerche hanno dimostrato un'associazione tra fibrillazione atriale prevalente e aumento dei livelli di placca dentale, sanguinamento al sondaggio e superficie parodontale infiammata.

Gli atri dei pazienti con fibrillazione atriale sono infiltrati da cellule infiammatorie, il che conferma la teoria secondo cui l'infiammazione sistemica può favorire lo sviluppo di aritmie. Altri studi hanno dimostrato che i pazienti con fibrillazione atriale presentano livelli elevati di marcatori infiammatori, tra cui PCR e TNF-α.UN,e IL-6 plasmatica. La PCR riduce l'ossido nitrico, favorendo l'apoptosi delle cellule endoteliali.Il TNF contribuisce alla patogenesi della fibrillazione atriale aumentando l'aritmogenicità delle vene polmonari e inducendo un'omeostasi anomala del calcio. Diversi studi hanno confermato l'aumento di questi biomarcatori sistemici nei pazienti affetti da parodontite.

 

 

Coronaropatia:

La malattia coronarica e la parodontite sono state associate sin da uno studio fondamentale condotto nel 1989 che ha rivelato una salute dentale significativamente peggiore nei pazienti con infarto miocardico acuto dopo l'aggiustamento per altri fattori di rischio. Un successivo studio ha rilevato che i parametri della parodontite sono associati al restringimento coronarico verificato angiograficamente in pazienti con coronaropatia stabile. Si è inoltre quantificata l'associazione dimostrando un rischio 2,79 volte maggiore di sviluppare una malattia coronarica nei pazienti con parodontite preesistente.

Esistono prove crescenti che la parodontite contribuisca all'aterosclerosi. Un test immunoistologico ha dimostrato che le specie batteriche parodontali erano presenti più frequentemente nelle lesioni aterosclerotiche. Uno studio di follow-up di Ford ha trovato batteri orali nel 75% dei campioni di placca aterosclerotica analizzati. L'analisi dei campioni cardiovascolari contenenti tessuti trombi ha dimostrato che S. mutans, un agente patogeno comune nella parodontite, è risultato il batterio più diffuso (78%).

Iperlipidemia: 

Diversi studi dimostrano una relazione bidirezionale tra iperlipidemia e malattia parodontale. Pazienti con iperlipidemia lieve o moderata hanno manifestato valori più elevati dei parametri parodontali rispetto ai soggetti normolipidemici. Alcuni studiosi hanno dimostrato che i pazienti con parodontite hanno rispettivamente il 12% e il 52% in più di colesterolo totale e trigliceridi medi rispetto ai pazienti senza malattia parodontale. Altri hanno dimostrato un'associazione tra colesterolo alto e parodontite, si è inoltre scoperto che il livello di trigliceridi nel siero potrebbe essere un potenziale indicatore della presenza di malattia parodontale.

L'iperlipidemia ha un effetto deregolatore sul sistema immunitario, con conseguente aumento della suscettibilità alla parodontite e ad altre infezioni. Il suo meccanismo può essere in parte spiegato dall'iperattività dei globuli bianchi indotta dall'iperlipidemia, che porta successivamente a un aumento dei radicali dell'ossigeno, i quali, a loro volta, sono associati alla progressione della parodontite negli adulti. Contemporaneamente, l'aumento delle citochine nel contesto della parodontite stimola l'asse ipotalamo-ipofisi-surrene, determinando un aumento del cortisolo sierico e del glucagone. 

GESTIONE E CONCLUSIONI 

Ad oggi non sono stati condotti studi adeguatamente potenziati sugli effetti del trattamento parodontale sugli endpoint gravi delle malattie cardiovascolari (infarto del miocardio, ictus, morte cardiovascolare).Tuttavia, gli studi sopra menzionati sull'associazione tra terapia parodontale e malattie cardiovascolari suggeriscono che il trattamento della parodontite possa migliorare il profilo di rischio di malattie cardiovascolari. Uno studio ha scoperto che una maggiore spazzolatura dei denti al giorno o una visita dentistica regolare all'anno per la pulizia professionale ha ridotto il rischio cardiovascolare rispettivamente del 9% e del 14%. Questi risultati suggeriscono che l'aderenza all'igiene orale quotidiana può essere un modo efficace per ridurre il rischio di malattie cardiovascolari.

Implicazioni cliniche

L’articolo sottolinea l’importanza dell’integrazione tra medicina e odontoiatria. Alcune raccomandazioni pratiche:

Screening orale nei pazienti cardiopatici: Il medico di base o il cardiologo dovrebbe valutare anche la salute orale dei propri pazienti.

Educazione alla salute orale: Migliorare l’igiene orale potrebbe avere un impatto positivo sulla salute sistemica.

Trattamenti coordinati: La gestione congiunta tra cardiologi e parodontologi potrebbe diventare parte integrante dei protocolli preventivi.

Conclusioni

La letteratura scientifica supporta l'esistenza di una connessione tra la salute orale e le malattie cardiovascolari. Sebbene non sia ancora stata dimostrata una relazione causale diretta, i meccanismi biologici, le evidenze epidemiologiche e le considerazioni cliniche suggeriscono che migliorare la salute orale possa avere benefici sistemici, in particolare nel ridurre il rischio o la gravità delle malattie cardiovascolari.

 

Prevenzione 

 

Prevenire e gestire le malattie cardiovascolari è fondamentale, e il trattamento si basa su cambiamenti nello stile di vita, l'uso di farmaci per controllare i fattori di rischio e, in alcuni casi, interventi chirurgici o procedimenti per ripristinare la circolazione sanguigna. La consapevolezza e la prevenzione sono quindi strumenti chiave per ridurre l'incidenza e l'impatto delle malattie cardiovascolari nella popolazione.

Stile di vita sano:
Dieta equilibrata (ricca di frutta, verdura, grassi sani).

Esercizio fisico regolare (almeno 150 min a settimana).

Controllo del peso (IMC tra 18,5 e 24,9).

Controllo dei fattori di rischio:

Monitorare pressione, colesterolo e glicemia.

Gestire il diabete e l’ipertensione.

Evitare comportamenti dannosi:

Non fumare.

Limitare l'alcol.

Gestire lo stress e la salute mentale:

Praticare tecniche di rilassamento e affrontare depressione e ansia.

Controlli regolari:

Monitorare pressione, colesterolo e glicemia con esami periodici.

Una vita sana e il controllo dei rischi riducono significativamente il rischio cardiovascolare.